CVX Torino - Principi Generali della CVX mondiale

Principi Generali della CVX mondiale


 

Presentazione

Decreto

PRINCIPI GENERALI

Preambolo

Parte prima
Il nostro carisma

Parte seconda
Vita e organizzazione della Comunità

Parte terza
Accettazione dei Principi Generali

NORME GENERALI

I. Appartenenza

II. Stile di vita

III. Vita e governo della Comunità

 

 

Presentazione

La Comunità di Vita Cristiana (CVX) è una fraternità evangelica; è la risposta d'amore di uomini e donne chiamati a "seguire più da vicino Gesù Cristo e a lavorare con Lui alla costruzione del regno" (PG, 4). È questo il cuore della CVX, una vocazione comunitaria ed ecclesiale, una delle tante strade attraverso cui possiamo avvicinarci al Vangelo, per essere compagni di Gesù nella sua missione di riconciliare a Dio tutta l'umanità. Ciò che unisce alla Comunità non è un codice legale ma lo Spirito evangelico, che crea uno stile di vita, un modo di procedere, un sistema di valori, una scelta delle priorità - esperienze vissute e condivise insieme.
Questa "unità nell'amore e nell'azione" trova il suo senso, il suo fondamento, nei "Principi Generali", qui pubblicati. Essi sono stati varati dall'Assemblea Mondiale della Comunità di Vita Cristiana, a Guadalajara, in Messico, nel 1990. Ratificati dalla Santa Sede come autentica via ecclesiale di fede e di apostolato, costituiscono una pietra miliare nella storia della nostra Associazione.
Dopo il "Decreto" e i "Principi Generali", riproponiamo le "Norme Generali", un aiuto autorevole, approvato dall'Assemblea Mondiale della CVX, per realizzare il nostro carisma. Esse dunque sono un documento interno alla CVX poiché non soggette direttamente all'approvazione della Santa Sede e quindi più facilmente modificabili dall'Esecutivo Mondiale, per una migliore attuazione del nostro carisma.
La pubblicazione di una nuova edizione dei "Principi Generali" è l'occasione per ribadire l'importanza di questo testo per la vita della nostra Comunità: essi sono un aiuto indispensabile, un mezzo necessario per seguire il cammino CVX, un riferimento fondamentale per i nostri itinerari formativi. I "Principi Generali" sono l'orizzonte verso il quale camminare insieme, esprimono la nostra identità e la nostra vocazione, il modo con cui desideriamo rispondere alla chiamata del Signore; sono il nostro patto con Dio, con la Chiesa, con tutti gli uomini. Alla luce di questo testo si può comprendere quali sono i mezzi necessari per vivere il nostro ideale di vita, in relazione allo Spirito che ci rinnova dall'interno. Per questo non possiamo banalizzare i "Principi Generali" trasformandoli in idolo: ciò che Dio chiede è amore, non formule legali né osservanze esterne. "La legge fondamentale dell'amore [...] che lo Spirito incide nei nostri cuori" è la fonte e il principio della nostra creatività e della fertilità della vita cristiana ed apostolica, poiché essa "si esprime in termini sempre nuovi di fronte ad ogni circostanza della vita quotidiana, rispetta il carattere unico di ogni vocazione personale e ci rende capaci di essere aperti e liberi, sempre disponibili a Dio" (PG, 2). Tutti i "Principi Generali" ci chiedono questa apertura, questa libertà interiore e questa disponibilità per Dio. Senza ciò non potremo né ascoltare, né vivere ciò che essi ci propongono come cammino di vita cristiana.
Senza questa "legge interna dell'amore" non è possibile capire il profondo significato dei "Principi Generali".
Il testo dei "Principi Generali" è un testo spirituale più che un documento legale, e quindi non è tanto da analizzare e studiare, quanto da interiorizzare, da meditare a livello personale e comunitario. In questa prospettiva è offerto a tutti coloro che sentono di appartenere alla Comunità di Vita Cristiana o lo desiderano, perché aiuti a crescere nell'amore, a crescere nella libertà.
Accogliendo con animo aperto l'esperienza di amore e di servizio che Dio ci dona gratuitamente, possiamo vivere l'affascinante avventura di "in tutto amare e servire".

P. Giovanni Notari S.I.
Assistente Eccl. Nazionale

Marilena D'Angiolella
Presidente.

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Pontificium Consilium pro laicis
DECRETO*1920/90/AIC50

Dopo aver considerato e studiato attentamente
il testo dei "Principi Generali della Comunità
di Vita Cristiana", approvato dall'Assemblea
Mondiale di questa associazione di fedeli a
Guadalajara (Messico) il 7 settembre 1990, e sottoposto
ulteriormente all'approvazione canonica
del Pontificio Consiglio per i Laici,
Avendo parimenti presenti le "Norme Generali
della Comunità di Vita Cristiana" approvate
in questa stessa Assemblea,
Riconoscendo nella Comunità di Vita Cristiana
il seguito associativo delle Congregazioni Mariane,
iniziate da Jean Leunis, s.j., e che trovano anche le
loro origini in "quei gruppi di laici che a partire
dal 1540, si svilupparono in differenti parti del
mondo, per l'iniziativa di Sant'Ignazio di Loyola e
dei suoi compagni" (Principi Generali, preambolo
n. 3),
Apprezzando una grande e secolare tradizione
associativa eretta dal Papa Gregorio XIII nella
sua bolla Omnipotentis Dei (5 dicembre 1584),
sostenuta e incoraggiata da moltissimi documenti
pontifici successivi e, in particolare, dalla Costituzione
Apostolica Bis Saeculari di papa Pio
XII (27 novembre 1948), arricchita da testimonianze
di santità e di frutti apostolici,
Considerando l'impegno attuale di "uomini e
donne, di adulti e di giovani, di ogni condizione
sociale, che vogliono seguire più da vicino Gesù
Cristo e lavorare con lui alla costruzione del
Regno, e che hanno riconosciuto nella Comunità
di Vita Cristiana la loro particolare vocazione nella
Chiesa" secondo il loro proprio carisma e la loro
spiritualità (cfr. Principi Generali, prima parte),
Ricordando che la Federazione Mondiale delle
Comunità di Vita Cristiana fu allora riconosciuta
come Organizzazione Cattolica Internazionale e i
suoi Statuti approvati dalla Santa Sede, in data 31
marzo 1971, dopo tre anni ad experimentum,
Considerando parimenti le norme attuali del
Codice di Diritto Canonico relative alle Associazioni
dei fedeli in seno alla Chiesa,

IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI

Conferma la Comunità di Vita Cristiana come
Associazione internazionale pubblica di fedeli, di
diritto pontificio, conformemente agli articoli 312
e seguenti del codice di Diritto Canonico attualmente
in vigore,

E approva i suoi "Principi Generali" presentati
nella loro versione originale e depositati negli
Archivi di questo Dicastero.
È altamente significativo che questa pontificia
approvazione dei "Principi Generali della Comunità
di Vita Cristiana" sia data in pieno "Anno
Giubilare" della celebrazione dei 500 anni dalla
nascita di Sant'Ignazio di Loyola e dei 450 anni di
fondazione della Compagnia di Gesù. Possa ciò
che il reverendo P. Peter Hans Kolvenbach scrive
nella sua lettera applicarsi a tutti i membri della
Comunità di Vita Cristiana, quando egli indica
che "l'anno ignaziano non ha altre finalità che il
rinnovamento della vita apostolica personale e
comunitaria nello Spirito" associando specialmente
a questa celebrazione "tutti coloro, uomini
e donne, che collaborano più intimamente con la
Compagnia o che si ispirano alla Spiritualità ignaziana"
e accogliendo "gli Esercizi Spirituali in
tutto il loro rigore e la loro autenticità". Tale è la
nostra richiesta al Signore, tramite l'intercessione
della santissima Vergine Maria alla quale la Comunità
di Vita Cristiana si sente così profondamente
e tradizionalmente legata fin dai suoi inizi,
e alla quale ha sempre voluto ispirarsi nella sua
fedeltà al Signore e nel suo ardore apostolico e
missionario "per la maggior gloria di Dio".

Città del Vaticano 3 dicembre 1990
nella festa di San Francesco Saverio

Paul J. Cordes
Vicepresidente

Eduardo F. Card. Pironio
Presidente.

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PRINCIPI GENERALI DELLA
COMUNITÀ DI VITA CRISTIANA

Preambolo

Dio ci ama e ci salva
1. Le tre Persone Divine,
rivolgendo lo sguardo sull'intera umanità
così divisa dal peccato,
decidono di donarsi totalmente
a tutti, uomini e donne,
e di liberarli dalle loro schiavitù.
Per amore la Parola si è incarnata
e nacque da Maria, la Vergine povera di
Nazareth.
Gesù, inserito tra i poveri
e condividendo la loro condizione,
invita tutti noi
a donarci ininterrottamente a Dio
ed a lavorare per l'unità
all'interno della famiglia umana.
Questo dono di Dio a noi
e la nostra risposta
continuano sino ad oggi,
sotto l'azione dello Spirito Santo,
in tutte le nostre particolari realtà.
Perciò noi, membri della Comunità di Vita
Cristiana,
abbiamo formulato questi Principi Generali
perché ci siano d'aiuto
nel fare nostre le scelte di Gesù Cristo
e nel prender parte,
per Lui, con Lui ed in Lui,
a questa iniziativa d'amore
che esprime la promessa di Dio
di esserci fedele per sempre.

L'azione dello Spirito
2. Poiché la nostra Comunità è una forma di vita
cristiana, questi principi devono essere interpretati
non tanto alla lettera ma piuttosto secondo lo
spirito del Vangelo e la legge interna dell'amore.
Questa legge, che lo Spirito incide nei nostri cuori,
si esprime in termini sempre nuovi di fronte ad
ogni circostanza della vita quotidiana. Essa rispetta
il carattere unico di ogni vocazione personale
e ci rende capaci di essere aperti e liberi,
sempre disponibili a Dio; ci sollecita inoltre a
prendere coscienza delle nostre gravi responsabilità,
a cercare costantemente le risposte alle necessità
del nostro tempo e a lavorare con tutto il
Popolo di Dio e con tutti gli uomini di buona volontà
per il progresso e la pace, la giustizia e la carità,
la libertà e la dignità di tutti gli uomini.

Una storia di grazia
3. La Comunità di Vita Cristiana è un'associazione
pubblica internazionale il cui centro esecutivo
è attualmente a Roma. Essa è la continuazione
delle Congregazioni Mariane a cui diede avvio
Jean Leunis s.j. e che furono approvare ufficialmente
per la prima volta dalla bolla Omnipotentis
Dei di papa Gregorio XIII il 5 dicembre del
1584. Ancora prima delle Congregazioni Mariane
noi riconosciamo la nostra origine in quei gruppi
di laici che sorsero dopo il 1540 in varie parti del
mondo per iniziativa di S. Ignazio di Loyola e dei
suoi compagni. Noi pratichiamo questa forma di
vita cristiana in gioiosa comunione con tutti coloro
che ci hanno preceduto, grati per i loro sforzi e
per le loro opere apostoliche. Nell'amore e nella
preghiera ci uniamo ai tanti uomini e donne che
hanno vissuto la nostra stessa tradizione spirituale
e che la Chiesa ci propone come amici e validi intercessori
perché ci aiutino a compiere la nostra
missione.

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Parte prima
Il nostro carisma

Finalità
4. La nostra Comunità si compone di cristiani,
uomini e donne, adulti e giovani, di qualsiasi condizione
sociale, che vogliono seguire più da vicino
Gesù Cristo e lavorare con Lui alla costruzione
del Regno e che hanno riconosciuto la
Comunità di Vita Cristiana come propria specifica
vocazione all'interno della Chiesa. Noi ci sforziamo
di divenire cristiani impegnati nel testimoniare,
nella Chiesa e nella società, quei valori
umani ed evangelici che riguardano la dignità
della persona, il bene della famiglia e l'integrità
della creazione. Siamo particolarmente consapevoli
del bisogno pressante di lavorare per la giustizia,
attraverso un'opzione preferenziale per i
poveri e uno stile di vita semplice che manifesti la
nostra libertà e la nostra solidarietà con loro. Per
preparare più efficacemente i nostri membri alla
testimonianza apostolica ed al servizio, specialmente
nell'ambiente quotidiano, la nostra Comunità
riunisce chi avverte più urgente l'esigenza di
integrare la propria vita umana, in tutte le sue dimensioni,
con la pienezza della fede cristiana, secondo
il nostro carisma. In risposta alla chiamata
di Cristo noi cerchiamo questa unità di vita in
mezzo al mondo in cui viviamo.

Fonti
5. La spiritualità della nostra Comunità ha come
centro Cristo e la partecipazione al mistero pasquale.
Essa scaturisce dalla Sacra Scrittura, dalla
liturgia, dallo sviluppo dottrinale della Chiesa e
dalla manifestazione della volontà di Dio attraverso
gli avvenimenti del nostro tempo. Entro il
contesto di queste fonti universali, noi consideriamo
gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio come la
fonte specifica e lo strumento caratteristico della
nostra spiritualità. La nostra vocazione ci chiama
a vivere questa spiritualità che ci rende aperti e
disponibili ai desideri di Dio in ogni situazione
concreta della vita di tutti i giorni. In particolare
riconosciamo la necessità della preghiera e del discernimento,
personale e comunitario, dell'esame
di coscienza quotidiano e della guida spirituale,
ritenendoli mezzi importanti per cercare e trovare
Dio in tutte le cose.

Senso della Chiesa
6. L'unione con Cristo conduce all'unione con la
Chiesa, nella quale Cristo, qui ed ora, continua la
sua missione di salvezza. Facendoci attenti ai segni
dei tempi ed alle mozioni dello Spirito, saremo
più capaci di incontrare Cristo in ogni persona
ed in ogni situazione. Condividendo la ricchezza
dell'essere membri della Chiesa, partecipiamo
alla liturgia, meditiamo la Scrittura e impariamo,
insegniamo e diffondiamo la dottrina
Cristiana. Lavoriamo insieme alla gerarchia e ad
altri responsabili ecclesiali, mossi da un comune
interesse per i problemi ed il progresso di tutta
l'umanità e aperti alle situazioni nelle quali la
Chiesa viene oggi a trovarsi. Questo senso della
Chiesa ci spinge ad una collaborazione creativa e
concreta per la crescita del Regno di Dio sulla
terra e comporta anche una disponibilità ad andare
a servire laddove le necessità della Chiesa lo
richiedano.

Vincoli comunitari
7. Il dono di noi stessi trova la sua espressione in
un impegno personale nei riguardi della
Comunità Mondiale, attraverso una comunità locale
liberamente scelta. Questa comunità locale,
centrata nell'Eucarestia, è una esperienza concreta
di unità nell'amore e nell'azione. Infatti ogni
nostra Comunità è un'unione di persone in Cristo,
una cellula del suo Corpo Mistico. Siamo legati
da un comune impegno, da una comune maniera
di vivere e dal riconoscere e amare Maria come
nostra madre. La nostra responsabilità a sviluppare
i vincoli comunitari non si limita alla comunità
locale, ma si estende alla Comunità di Vita
Cristiana Nazionale e Mondiale, alle comunità ecclesiali
di cui siamo parte (parrocchie, diocesi), a
tutta la Chiesa ed a tutti gli uomini di buona volontà.

Vita apostolica
8. Come membri del popolo di Dio in cammino
abbiamo ricevuto da Cristo la missione di essere
suoi testimoni davanti a tutti attraverso i nostri
atteggiamenti, le nostre parole, le nostre azioni,
identificandoci con la sua missione di portare la
Buona Novella ai poveri, di annunziare la libertà
ai prigionieri e nuova vista ai ciechi, di liberare gli
oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore.
La nostra vita è essenzialmente apostolica.
L'ambito della missione CVX non conosce limiti:
si estende sia alla Chiesa che al mondo per portare
il Vangelo di salvezza a tutti gli uomini e per
servire i singoli e la società aprendo i cuori alla
conversione e lottando per cambiare le strutture
oppressive.
a) Ciascuno di noi riceve da Dio una chiamata a
rendere Cristo e la sua azione salvifica presenti
nel proprio ambiente. Questo apostolato personale
è indispensabile per diffondere il Vangelo in
modo incisivo e duraturo in mezzo a persone,
luoghi e situazioni tanto differenti.
b) Allo stesso tempo noi esercitiamo un apostolato
associato o di gruppo in una grande varietà di
forme, sia attraverso un'azione di gruppo che
prende avvio dalla Comunità o da essa viene sostenuta
con strutture adatte, sia attraverso l'impegno
dei membri in organizzazioni e opere laiche o
religiose già esistenti.
c) La Comunità ci aiuta a vivere questo impegno
apostolico nelle sue diverse dimensioni e ad essere
sempre aperti a ciò che è più urgente e universale,
soprattutto attraverso la "revisione di vita" e
il discernimento personale e comunitario. Noi
cerchiamo di dare un senso apostolico anche alle
più umili realtà della vita quotidiana.
d) La Comunità ci spinge a proclamare la Parola
di Dio ed a lavorare per la riforma delle strutture
della società, partecipando agli sforzi per liberare
coloro che sono vittime di ogni sorta di discriminazione
e specialmente per abolire le differenze
tra ricchi e poveri. Desideriamo contribuire all'evangelizzazione
delle culture operando dall'interno
di esse, con spirito ecumenico, pronti a collaborare
con quelle iniziative che mirano a conseguire
l'unità tra i Cristiani. La nostra vita trova la
sua ispirazione permanente nel Vangelo del Cristo
povero e umile.

Unione con Maria
9. Poiché la spiritualità della nostra Comunità ha
il suo centro in Cristo, noi vediamo il ruolo di
Maria in relazione a Lui: è Lei il modello della
nostra collaborazione alla missione di Cristo. La
cooperazione di Maria con Dio comincia con il
suo "sì" nel mistero dell'Annunciazione/Incarnazione.
La concretezza del suo servizio, come ci
mostra la visita a Elisabetta, e la sua solidarietà
con i poveri, testimoniata nel Magnificat, fanno
di Lei un'ispiratrice per la nostra azione in favore
della giustizia nel mondo di oggi. La cooperazione
di Maria con la missione del Figlio, realizzata
per tutta la sua vita, ci ispira a donarci totalmente
a Dio in unione con Lei che, nell'accettare il progetto
di Dio, divenne nostra Madre e Madre di
tutti gli uomini. In questo modo noi confermiamo
la nostra missione di servizio al mondo ricevuta
nel Battesimo e nella Cresima, veneriamo Maria
Madre di Dio in maniera speciale e confidiamo
nella sua intercessione per rispondere pienamente
alla nostra vocazione.

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Parte seconda
Vita e organizzazione della Comunità

Membri
10. L'appartenenza alla Comunità di Vita Cristiana
presuppone una vocazione personale. Chi
desidera far parte della Comunità viene introdotto
allo stile di vita proprio della CVX per un periodo
di tempo precisato nella Norme Generali,
che consenta alla persona e alla Comunità di discernere
l'autenticità della chiamata. Una volta
presa la decisione e dopo che essa è stata approvata
dalla Comunità, la persona assume un impegno
temporaneo e, con l'aiuto della Comunità,
verifica la propria attitudine a vivere secondo il
fine e lo spirito della CVX. Dopo un opportuno
periodo di tempo, stabilito dalle Norme Generali,
segue l'impegno permanente.

Vincolo comunitario
11. Come mezzo primario di formazione e di
crescita continua i membri si riuniscono regolarmente
in una comunità locale stabile per assicurare
una profonda condivisione della propria fede
e della propria vita, una vera atmosfera comunitaria
ed un forte impegno nella missione e nel
servizio.

Stile di vita
12. a) Lo stile di vita della CVX impegna i suoi
membri, con l'aiuto della comunità, a perseguire
una continua crescita personale e sociale che sia al
tempo stesso spirituale, umana e apostolica. In
pratica questo comporta: la partecipazione all'Eucarestia
ogni volta che sia possibile; una intensa vita
sacramentale; la pratica quotidiana della preghiera
personale, soprattutto quella basata sulla
Sacra Scrittura; il discernimento per mezzo della
revisione quotidiana della propria vita e, se possibile,
una guida spirituale regolare; un rinnovamento
interiore annuale in accordo con le fonti
della nostra spiritualità; l'amore per la Madre di
Dio.
b) Poiché la CVX mira a lavorare con Cristo per
la crescita del Regno di Dio, tutti i singoli membri
sono chiamati ad una attiva partecipazione al
vasto campo del servizio apostolico. Il discernimento
apostolico, sia individuale che comunitario,
è il mezzo ordinario per scoprire come meglio
portare la presenza di Cristo nel nostro mondo.
La nostra ampia ed impegnativa missione richiede
da parte di ciascuno la volontà di partecipare
alla vita sociale e politica e di sviluppare le
proprie qualità umane e capacità professionali
per divenire operatori più competenti e testimoni
più credibili. Inoltre la nostra missione richiede
semplicità in tutti gli aspetti della vita, per seguire
più da vicino Cristo nella sua povertà e per mantenere
la libertà apostolica.
c) Infine ciascuno assume la responsabilità di partecipare
agli incontri ed alle altre attività della
Comunità e di aiutare e incoraggiare gli altri
membri a realizzare le loro vocazione personale,
sempre pronti a dare e a ricevere consiglio e aiuto
come amici nel Signore.

Governo
13. a) La Comunità Mondiale di Vita Cristiana è
governata dall'Assemblea Generale che ne determina
norme e orientamenti, e dal Consiglio Esecutivo
che è responsabile della loro attuazione ordinaria.
La composizione e le funzioni di questi
organismi sono specificati nelle Norme Generali.
b) La Comunità Nazionale, costituita secondo le
Norme Generali, comprende tutti quei membri
che, all'interno di un determinato paese, si impegnano
a vivere secondo lo stile di vita e la missione
della CVX. La Comunità Nazionale è governata
dall'Assemblea Nazionale e dal Consiglio Esecutivo,
al fine di garantire le strutture, i programmi
di formazione necessari per una efficace risposta alle
esigenze di armonico sviluppo dell'intera
Comunità e per una attiva partecipazione della
Comunità di Vita Cristiana alla missione della
Chiesa.
c) Le Comunità Nazionali possono, se lo ritengono
utile, costituire o approvare comunità o centri
regionali o diocesani, comprendenti le comunità
locali di una data regione, diocesi, città o istituzione.
Essi vengono costituiti secondo le Norme
Generali e gli Statuti Nazionali.

Assistente Ecclesiastico
14. La Comunità di Vita Cristiana, ad ogni livello,
ha un Assistente Ecclesiastico designato in accordo
con il Diritto Canonico e le Norme Generali.
L'Assistente prende parte alla vita della comunità
nei suoi vari livelli secondo le Norme Generali.
Lavorando insieme con gli altri responsabili della
comunità, egli ha la responsabilità in modo particolare
della maturazione cristiana della comunità
e aiuta i suoi membri a crescere nelle vie di Dio,
soprattutto attraverso gli esercizi Spirituali. In
virtù della missione conferitagli dalla gerarchia, la
cui autorità egli rappresenta, ha anche una speciale
responsabilità per ciò che riguarda la dottrina,
la pastorale e l'armonia propria di una comunità
cristiana.

Proprietà
15. La Comunità di Vita Cristiana ad ogni livello
può, se è utile, possedere ed amministrare beni in
qualità di personalità pubblica ecclesiastica in accordo
con il Diritto Canonico e le leggi civili del
paese in cui si trova. La proprietà e l'amministrazione
di tali beni spettano alla comunità specifica.

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Parte terza
Accettazione dei Principi Generali

Modifica dei Principi Generali
16. I Principi Generali che esprimono l'identità
fondamentale ed il carisma della Comunità di
Vita Cristiana e quindi il suo patto solenne con la
Chiesa, sono stati approvati dall'Assemblea Generale
e confermati dalla Santa Sede quali Statuti
di questa Comunità Mondiale. Qualsiasi emendamento
a questi Principi Generali richiede la maggioranza
dei due terzi dell'Assemblea Generale e
la conferma della Santa Sede.

Sospensione ed esclusione
17. L'accettazione dei Principi Generali della
Comunità di Vita Cristiana è un prerequisito per
appartenervi a qualsiasi livello. Una mancanza rilevante
di un membro o di una comunità locale
nell'osservanza di essi è causa di sospensione ed
eventuale esclusione da parte della Comunità
Nazionale. Una rilevante mancanza di una
Comunità Nazionale nel procedere quando una
delle sue comunità locali non osservi i Principi
Generali è causa della sua sospensione ed eventuale
esclusione dalla Comunità Mondiale. Rimane
sempre il diritto di appello contro una decisione
locale o regionale alla Comunità Nazionale e
contro una decisione nazionale alla Comunità
Mondiale.

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NORME GENERALI DELLA
COMUNITÀ DI VITA CRISTIANA

I. Appartenenza

1. Una persona può diventare membro della
Comunità Mondiale di Vita Cristiana in uno dei
seguenti modi:
a) Dando origine, assieme ad altri, ad una precomunità
CVX locale, che viene accettata da una
Comunità regionale o Nazionale; la comunità che
accoglie deve fornire i mezzi formativi per la crescita
di questa nuova comunità.
b) Facendo parte di un gruppo già esistente di
cristiani che ha scelto lo stile di vita CVX. Questo
gruppo, pertanto, viene accettato come comunità
locale dalla Comunità regionale o Nazionale che
è appunto la sua comunità di accoglienza.
c) Unendosi ad una comunità locale già esistente,
che è la comunità che accoglie e che fornisce i
mezzi di formazione.

2. In qualsiasi modo l'ammissione avvenga, i nuovi
membri devono essere aiutati dalla Comunità
ad assimilare lo stile di vita CVX e a decidere se
esistono una chiamata, una capacità ed una volontà
di viverlo, e a identificarsi con la più ampia
Comunità di Vita Cristiana. Dopo un periodo di
tempo, generalmente non più lungo di quattro
anni, e non inferiore a uno, essi assumono l'impegno
temporaneo a vivere in questo stile. Si raccomanda
vivamente l'esperienza degli Esercizi Spirituali
come mezzo per giungere a questa decisione
personale.

3. L'impegno temporaneo continua, come tale,
finché, dopo un processo di discernimento, la
persona esprime il suo impegno permanente alla
CVX, a meno che egli/ella liberamente si ritiri
dalla Comunità o ne venga escluso. L'intervallo di
tempo intercorrente tra l'impegno temporaneo e
quello permanente dovrebbe essere, generalmente,
non superiore agli otto anni e non inferiore ai
due.

4. Un'esperienza di Esercizi Spirituali completi,
in una delle molte forme possibili (nella vita corrente,
un mese intero, ritiri per diversi anni) precede
l'impegno permanente alla CVX.

5. Le modalità di questi impegni personali sono
lasciate alle Comunità Nazionali. Si suggerisce
che ciascuna rediga e diffonda un modello di
questi impegni personali e che vi sia incluso un
esplicito riferimento all'accettazione dei Principi
Generali della CVX.

6. Tutto quanto detto sopra deve essere compreso
e praticato secondo l'età, la cultura ed altre caratteristiche
specifiche. A questo scopo le Comunità
Nazionali devono elaborare programmi di formazione
diversificati, se necessario, secondo la varietà
delle situazioni dei gruppi e per le diverse
circostanze eccezionali che possono verificarsi
per i singoli membri.

7. La Comunità di Vita Cristiana è un modo specifico
di seguire Gesù Cristo e di lavorare con Lui
per costruire il Regno di Dio. Essa consente molte
diverse risposte individuali senza ritenerne una
superiore all'altra. Entro la ricchezza del Vangelo
e la tradizione della Chiesa e come risultato della
propria crescita in Cristo alcuni membri della
CVX possono desiderare di sottolineare uno o
più dei molti consigli evangelici, facendo voti privati.
Similmente persone o gruppi di persone che
hanno emesso tali voti al di fuori della CVX, possono
essere accettati nella comunità al pari di tutti
gli altri.

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II. Stile di vita

8. Le Comunità Nazionali e regionali devono trovare
i modi per rendere accessibile a tutti i membri
l'esperienza effettiva degli Esercizi Spirituali
di Sant'Ignazio, della guida spirituale e degli altri
mezzi di crescita nello spirito.

9. Come mezzo primario per una continua crescita
in quanto persone e in quanto Comunità di
Vita Cristiana, il nostro modo ordinario di prendere
decisioni a tutti i livelli è uno stile di discernimento,
e anche un discernimento comunitario
formale per le decisioni comuni più importanti.

10. Nello spirito della sua più autentica tradizione
e nell'interesse della più ampia efficacia apostolica,
la Comunità di Vita Cristiana, ad ogni livello,
promuove la partecipazione dei suoi membri
a progetti comuni in risposta a bisogni diversi
e sempre nuovi. Reti di collaborazione nazionali o
internazionali, gruppi apostolici specializzati o altre
iniziative del genere, possono essere costituiti
dalla comunità dove necessario.

11. Similmente nella stessa tradizione, e in vista
della formazione dei suoi membri e di altre persone,
la CVX, a qualsiasi livello, promuove gruppi
di studio, seminari, corsi, pubblicazioni ed altre
iniziative del genere.

12. Per un reciproco aiuto e per una collaborazione
apostolica la CVX, ad ogni livello appropriato,
può affiliare altre associazioni che vogliono condividere
in qualche misura il nostro stile di vita
ma non diventare membri a pieno titolo. Ugualmente
la CVX, ad ogni livello appropriato, può
trovare modi per esprimere rapporti significativi
con persone o istituzioni che sono legati in qualche
modo alla stessa tradizione.

13. Particolare attenzione si deve rivolgere, a livello
mondiale e nazionale, ad assicurare che tutte
le comunità locali siano aiutate a vivere un autentico
cammino CVX con una guida adeguatamente
formata e un coordinatore efficiente.

14. Quanto detto sopra in relazione sia alle urgenze
apostoliche che alle esigenze formative,
presuppone una buona collaborazione con la
Compagnia di Gesù e con altre persone, comunità
ed istituzioni, che condividono la tradizione
ignaziana.

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III. Vita e governo della Comunità

A. Assemblea Generale

15. L'Assemblea Generale è l'organismo supremo
di governo della CVX. Essa è costituita dal
Consiglio Esecutivo e dalle delegazioni di ogni
Comunità Nazionale. Ogni delegazione comprenderà
di norma tre delegati, uno dei quali dovrebbe
essere l'Assistente Ecclesiastico o un suo rappresentante.
Le eventuali difficoltà che possono
sorgere nel formare le delegazioni devono essere
risolte dal Consiglio Esecutivo.

16. L'Assemblea Generale:
a) Approva i rapporti sulle attività realizzate ed i
rendiconti economici del periodo intercorso dalla
precedente Assemblea.
b) Stabilisce gli indirizzi e gli orientamenti per il
periodo fino alla successiva Assemblea Generale.
c) Decide gli indirizzi economici da seguire.
d) Decide sugli emendamenti proposti ai Principi
Generali e alle Norme Generali.
e) Conferma la costituzione di nuove Comunità
Nazionali.
f) Elegge il Consiglio Esecutivo per il periodo sino
alla successiva Assemblea.

17. L'Assemblea Generale si riunisce di norma
ogni quattro anni ed è indetta dal Consiglio
Esecutivo almeno dodici mesi prima.

18. Il Presidente è autorizzato a convocare l'Assemblea
Generale in altri momenti in seguito a
consultazioni con le Comunità Nazionali e all'accordo
scritto di un terzo di esse.

19. Nell'Assemblea Generale ogni Comunità Nazionale
ha un voto e le decisioni vengono prese in
spirito di discernimento con un voto a maggioranza
purché sia presente un quorum. Tale quorum
consiste nel 50% delle Comunità Nazionali.
Nell'Assemblea il Consiglio Esecutivo ha diritto a
un voto espresso dal Presidente.

B. Consiglio Esecutivo

20. Il Consiglio Esecutivo è responsabile del governo
ordinario della Comunità. È composto da
sette membri eletti e tre nominati e un massimo
di due cooptati.

21. a) I membri eletti del Consiglio Esecutivo sono:
il Presidente, il vicepresidente, il segretario, il
tesoriere e tre consiglieri, tutti eletti dall'Assemblea
Generale per un periodo di quattro anni. Essi possono
essere rieletti solo una volta nella stessa carica.
b) I membri nominati del Consiglio Esecutivo sono:
l'Assistente Ecclesiastico; il viceassistente ecclesiastico,
che è il capo del Segretariato Centrale dei
Gesuiti per la CVX a Roma; il segretario esecutivo.
c) Il Consiglio Esecutivo Mondiale può, se lo desidera,
cooptare in più uno o due consiglieri.

22. Il Consiglio Esecutivo è responsabile di:
a) Promuovere l'osservanza dei Principi Generali
e delle Norme Generali.
b) Attuare orientamenti e indirizzi decisi nelle
Assemblee Generali.
c) Sostenere le Comunità Nazionali, stimolando
l'aiuto e la collaborazione reciproci e promuovendo
la loro attiva partecipazione alla missione della
CVX nel mondo.
d) Assicurare una rappresentanza CVX nei programmi
di cooperazione internazionale dovunque
possa risultare opportuno, ad esempio in collaborazione
con la Conferenza delle Organizzazioni
Internazionali Cattoliche.
e) Promuovere l'attuazione degli insegnamenti
della Chiesa, soprattutto quelli del Concilio Vaticano
II e dei suoi successivi sviluppi.
f) Incoraggiare le Comunità Nazionali, regionali
e locali a condividere in modo sempre più pieno
documenti, esperienze, risorse di persone e di
mezzi tra di loro e con la Comunità Mondiale.
g) Promuovere ed incoraggiare progetti specifici
soprattutto in accordo con le norme 10 e 11.
h) Incoraggiare e creare iniziative necessarie ad
adempiere tutti questi compiti.

23. Il Consiglio Esecutivo si riunisce almeno una
volta l'anno. Informa tutte le Comunità Nazionali
delle sue attività.

24. Nel Consiglio Esecutivo le decisioni sono prese,
in spirito di discernimento, con un voto a
maggioranza purché sia presente un quorum. Tale
quorum è di cinque membri.

25. Il Consiglio Esecutivo si serve di un Segretariato
per portare avanti le proprie direttive e decisioni.

26. Il Segretario Esecutivo viene nominato dal
Consiglio Esecutivo che stabilisce i diritti e le responsabilità
della carica.

27. Per tutte le comunicazioni ufficiali l'indirizzo
del Segretariato Mondiale deve essere considerato
quello del Consiglio Esecutivo.

28. Le candidature di tutti i membri eleggibili devono
essere proposte al Consiglio Esecutivo
Mondiale per iscritto almeno quattro mesi prima
dell'incontro dell'Assemblea Generale nella quale
avranno luogo le elezioni. Le candidature sono
proposte da ogni Comunità Nazionale attraverso
il proprio Consiglio Esecutivo.

29. Una lista dei candidati per la presidenza della
Comunità di Vita Cristiana deve essere presentata
alla Santa Sede almeno tre mesi prima dell'elezione.

C. Costituzione di nuove Comunità

30. Sebbene la Comunità di Vita Cristiana sia
unica essa può nondimeno comprendere gruppi
di Comunità Nazionali secondo esigenze particolari
o in rapporto al territorio.

31. La Comunità Mondiale costituisce ufficialmente
una sola Comunità Nazionale in ciascun
paese. Quando le circostanze rendono impossibile
la formazione di una sola Comunità Nazionale,
la Comunità Mondiale può costituire più di una
comunità in uno stesso paese o una comunità che
comprenda più di un paese. La costituzione di
una nuova Comunità Nazionale viene prima approvata
dal Consiglio Esecutivo Mondiale. Tale
approvazione mette in grado la comunità di nuova
costituzione di condividere da quel momento
in poi tutti i diritti e i doveri che l'appartenenza
alla CVX comporta. Comunque la decisione deve
essere convalidata dall'Assemblea Generale.

32. L'autorità ecclesiastica che concede l'approvazione
ufficiale ad una Comunità Nazionale, regionale
o locale, è la Comunità Mondiale di Vita
Cristiana, approvata secondo il diritto canonico
dalla Santa Sede, con il consenso del Vescovo o
dei Vescovi interessati. Per le comunità costituite
presso luoghi che appartengono alla Compagnia
di Gesù o da essa gestiti, in accordo con i documenti
pontifici, il consenso richiesto è quello del
Generale o del Vicario generale della Compagnia
di Gesù, che può delegare questa autorità al Provinciale
o all'Assistente Ecclesiastico.

33. Ogni Comunità Nazionale stabilmente costituita
deve accettare:
a) I Principi Generali e le Norme Generali.
b) Le decisioni approvate dalla Assemblea Generale.
c) Il contributo finanziario stabilito dal Consiglio
Esecutivo.

34. Il Consiglio Esecutivo della Comunità Mondiale,
rispettando i diritti e i doveri delle Comunità
Nazionali, prenderà provvedimenti nei confronti
di una Comunità Nazionale solo in caso di
inadempienza della Norma Generale 33. L'Assemblea
Generale si riserva il diritto di espulsione.

D. Comunità Nazionali

35. Ogni Comunità Nazionale, in quanto parte
della Comunità Mondiale, stabilisce i propri Statuti
in conformità con i Principi Generali e le
Norme Generali e secondo il grado di sviluppo
della Comunità Nazionale. Tali Statuti dovrebbero
generalmente riguardare:
a) Appartenenza e ammissione alla Comunità Nazionale.
b) Fini e mezzi della Comunità Nazionale.
c) Rapporti con la gerarchia.
d) Modalità per scegliere i propri responsabili e
per prendere decisioni.
e) Procedura per scegliere i delegati all'Assemblea
Generale Mondiale.
f) Ogni altra questione essenziale a regolare la
vita, l'unità, la crescita e la missione della Comunità
Nazionale.
Gli Statuti della Comunità Nazionale devono essere
confermati dal Consiglio Esecutivo della Comunità
Mondiale.

36. Ogni Comunità Nazionale può costituire gruppi
regionali, diocesani, parrocchiali o altro, adatti
a facilitare il suo sviluppo.

37. Le Comunità Nazionali possono costituire, se
lo ritengono utile, dei segretariati allo scopo di
coordinare, consigliare e promuovere.

38. Le Comunità Nazionali sono libere di entrare
in contatto tra loro per progetti apostolici e per
qualsiasi altra iniziativa opportuna. Qualsiasi nuova
struttura che risulti da tali iniziative, qualora
intenda agire in nome di queste Comunità Nazionali,
deve avere un mandato chiaro e specifico
approvato dal Consiglio Esecutivo.

E. Comunità locali

39. a) I membri partecipano alla vita della comunità
a diversi livelli concentrici. Il livello della comunità
locale (detto anche "piccola comunità
CVX" o semplicemente "gruppo") è il più adatto
per una continuazione comunitaria della dinamica
di vita generata dagli Esercizi Spirituali.
Queste piccole comunità praticano quel tipo di
preghiera e di rapporti che favoriscono il processo
di integrazione tra fede e vita, offrendo a tutti i
membri una costante verifica comunitaria della
propria crescita spirituale ed apostolica.
b) L'esperienza dimostra che a questo scopo è di
grande aiuto che queste comunità siano composte
da non più di dodici persone, di condizione analoga,
ad esempio, quanto ad età, professione, situazione
di vita, e che gli incontri abbiano una
frequenza settimanale o quindicinale, cosicché il
processo di crescita possa proseguire da un incontro
all'altro.

40. Ogni comunità locale, all'interno di una comunità
più ampia (un centro o Chiesa, una Comunità Nazionale
o diocesana o qualsiasi aggregazione
sia adatta alle diverse realtà) adotta: propri
procedimenti per ammettere nuovi membri,
propri programmi, proprio servizio e propri contenuti
e forma degli incontri. Tutti i membri partecipano
periodicamente alla celebrazione eucaristica
e condividono le responsabilità della vita
della propria comunità locale e della comunità
più ampia nella quale essa è inserita. Così l'intera
comunità prende tutte le proprie decisioni tranne
quelle che delega ai suoi responsabili.

41. a) La principale responsabilità di coordinamento
in ciascuna delle comunità locali è affidata
ad un coordinatore eletto che lavora in stretta
collaborazione con la guida e riveste tutti quei
poteri che gli vengono affidati dalla comunità.
b) La guida, attentamente formata nel processo
di crescita ignaziano, aiuta la comunità a discernere
gli impulsi che agiscono nei singoli e nella
comunità e li aiuta a mantenere un'idea chiara del
fine e del cammino CVX. La guida assiste la comunità
e il suo coordinatore nel trovare e nell'usare
i mezzi necessari alla formazione della comunità
ed alla sua missione. La partecipazione della
guida alla vita della comunità è condizionata dalla
obiettività necessaria a svolgere efficacemente il
proprio ruolo. La guida è scelta dalla comunità
con l'approvazione della Comunità Nazionale o
regionale.

F. Assistente Ecclesiastico

42. L'Assistente Ecclesiastico Mondiale della Comunità
di Vita Cristiana è nominato dalla Santa
Sede che lo sceglie dopo aver ricevuto una rosa di
nomi proposti dal Consiglio Esecutivo Mondiale.

43. La Comunità Mondiale di Vita Cristiana accetta
come suo viceassistente ecclesiastico il gesuita
che, dopo consultazione con il Consiglio
Esecutivo Mondiale, è nominato dal Padre Generale
della Compagnia di Gesù come capo del segretariato
dei Gesuiti per la CVX a Roma.

44. Gli assistenti ecclesiastici nazionali, regionali,
diocesani, o altro, sono proposti dai consigli esecutivi
delle CVX dei corrispondenti livelli, ma la
loro nomina è riservata all'autorità competente.
In genere a livello nazionale, regionale e diocesano
l'Assistente Ecclesiastico è un sacerdote; in casi
speciali altra persona qualificata, tenendo sempre
conto del ruolo che la CVX si attende che i
propri assistenti svolgano (PG 14). Le procedure
e le formalità per queste nomine devono essere
chiaramente espresse negli Statuti Nazionali.

45. A livello della comunità locale il legame con
l'Assistente Ecclesiastico sarà normalmente tenuto
attraverso la guida della comunità locale.

46. La durata dell'incarico dell'Assistente Ecclesiastico
nazionale, regionale o diocesano è di
quattro anni. L'incarico può essere rinnovato.

G. Modifiche ai Principi Generali e alle Norme Generali

47. I cambiamenti nei Principi Generali e nelle
Norme Generali devono essere proposti per iscritto
dalle Comunità Nazionali al Consiglio Esecutivo
Mondiale almeno sei mesi prima di un incontro
dell'Assemblea Generale. Copie degli emendamenti
formali saranno fatte circolare tra le Comunità
Nazionali almeno tre mesi prima dell'incontro.
Per l'approvazione di tali emendamenti è
richiesta una maggioranza di 2/3 dell'assemblea.

48. La Comunità Mondiale, di propria iniziativa,
può sia istituire che emendare le Norme Generali
con una maggioranza di 2/3 dell'Assemblea
Generale, con l'esclusione delle norme 21b, 29,
42 e 48 che riguardano i nostri rapporti con la
Santa Sede.

49. Una Comunità Nazionale può formulare con
parole diverse i Principi Generali e le Norme
Generali se ciò è necessario per una migliore
comprensione purché ne sia mantenuta la sostanza.
La nuova redazione è soggetta all'approvazione
del Consiglio Esecutivo Mondiale.

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